Inaugurata mostra pergamene ebraiche

(Uj.com) CITTA' DI CASTELLO <!–webbot bot="Timestamp" S-Type="EDITED" S-Format="%d/%m/%Y" startspan –>22/08/2008<!–webbot bot="Timestamp" endspan i-checksum="12626" –> - Inaugurata la mostra delle pergamene ebraiche appartenenti al Fondo antico della Bi-blioteca di Città di Castello. Saranno visitabili nelle teche allestite in Pinacoteca fino al prossimo 28 settembre. “Fin dal momento in cui l’esistenza di questi preziosissimi documenti è stata comunica-ta al mondo scientifico” ha dichiarato il sindaco di Città di Castello Fernanda Cecchini “l’Amministrazione comunale è stata promotrice di iniziative volte a ricordare e illustrare con il giusto rilievo circostanze che costituiscono una delle radici della storia locale. Lo stesso Comune si fa ora promotore - anche sulla scorta dell’apprezzamento che le pergamene del Talmud hanno ricevuto durante la mostra sull’ebraismo italiano, tenuta-si a Tel Aviv - di un’iniziativa espositiva ed editoriale che contribuisce a preservare e divulgare queste conoscenze per divenire patrimonio comune della storia dei popoli”. Secondo l’assessore regionale alla Cultura Silvano Rometti “la mostra rappresenta un appuntamento di richiamo per l’intero territorio regionale, sia dal punto di vista turistico che storico-documentale, e testimonia l’impegno sul fronte della conservazione e valo-rizzazione degli archivi storici”. All’inaugurazione è intervenuto il vescovo della diocesi tifernate mons. Domenico Can-cian che ha sottolineato come “le pergamene siano un tramite per la conoscenza reci-proca e invitino, sulla base dell’origine storica comune, a sviluppare l’ecumenismo con l’obiettivo di una pace lunga e duratura tra popoli e religioni diverse”. Il rabbino capo di Ferrara, Luciano Caro, ha raccolto l’invito di Cancian, proponendo “un incontro proprio a Città di Castello e sottolineando l’emozione davanti a pergamene che raccontano la cultura e la storia travagliata del popolo ebraico”. Davanti ad un folto pubblico Marisa Borchiellini ha riassunto le vicende della comuni-tà ebraica tifernate, precisando “l’integrazione che sempre ebbe con i locali. Era inse-diata nell’antico quartiere di Sant’Egidio ed aveva la strada principale nell’attuale corso Cavour, dove si trovavano sia i banchi di prestito che gli altri mestieri. Dopo la conqui-sta di Città di Castello da parte dello Stato della Chiesa, con l’uccisione di Vitellozzo Vi-telli ad opera di Papa Borgia, fu imposta la cacciata degli ebrei, a cui cercarono di op-porsi, invano, le autorità del posto, per le ripercussioni economiche che tale decisione avrebbe avuto sul territorio”. Ad illustrare caratteristiche e contenuto delle pergamene tifernate è stato il prof. Mario Perani, ordinario di Ebraico all’Università di Bologna, dichiarando che il loro recupero è avvenuto nell’ambito di una progetto nazionale chiamato ‘Genizà italiana’. I frammenti dei manoscritti ebraici di Città di Castello si sono conservati come rilegature ai registri notarili; sono 121, di cui 28 bifogli o a fogli interi e 93 piccolissime strisce, che costitui-vano il dorso della copertina. Nel caso tifernate - ha concluso Perani - le sopravviven-ze sono relative a sette diversi manoscritti di origine. Dei 24 registri notarili, sette sono avvolti con fogli tratti dal manoscritto di una Bibbia risalente alla metà del Duecento; uno con un compendio detto di Alfasi e tre, i più considerevoli, con parti del Talmud babilonese, la summa della giurisprudenza ebraica, che per il suo contenuto fu oggetto di più frequenti campagne iconoclaste. Copiati tra 1100 e 1200, sono attestazioni raris-sime perché più antiche di due o trecento anni rispetto all’esemplare completo di Mo-naco. Il loro riuso è invece attestabile alla metà del Cinquecento”. All’inaugurazione hanno partecipato l’europarlamentare Katiuscia Marini convinta che “la mostra aiuti la riflessione sulla storia tragica del popolo ebraico, in un momento in cui lo sforzo, anche a livello europeo, è quello di far incontrare le culture e farle dialo-gare alla luce di una grande questione irrisolta: la sicurezza dello stato di Israele e del cittadini palestinesi”. Walter Verini, parlamentare dell’Ulivo, ha invece sottolineato “l’interesse non solo storiografico del recupero delle radici, da un lato come preliminare alla costruzione del futuro e dall’altro come introduzione ad un’edizione del Festival dedicata ad Israele. Suggestiva e originale la mostra è un contributo a coltivare il dialo-go con l’obiettivo di un mondo dove non ci siano più guerre”.

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