IL PROCURATORE GENERALE CHIEDE LA CONFERMA DEI 30 ANNI PER GUEDE

<p>HTML clipboardPERUGIA - Quello fatto da Rudy Guede è stato un "raccontino non credibile" secondo il procuratore generale Pietro Catalani. Lo ha detto lui stesso nella requisitoria cominciata oggi pomeriggio davanti alla Corte d'assise d'appello di Perugia. "Lui non è credibile" ha sottolineato ancora il magistrato. Secondo Catalani sul corpo della Kercher è stata riscontrata una "progressione di lesioni" e la morte è arrivata in un tempo più lungo di quello indicato da Guede. Al termine della requisitoria e dell'intervento del legale, che rappresenta come parte civile la proprietaria della casa del delitto, il processo è stato sospeso e quindi rinviato al 21 dicembre prossimo.</p>
<p>Rudy Guede, nella sua deposizione spontanea, aveva dichiarato di non aver ucciso né violentato Meredith Kercher. "Poteva salvarla. Poteva darsi da fare e salvarla" ha detto l'avvocato Francesco Maresca, legale di parte civile della famiglia di Mez. "Le scuse sempre comunque apprezzabili in un Paese civile" ha aggiunto. Dal canto loro gli avvocati del giovane ivoriano hanno detto che: "Dimostreremo che quel 'raccontino' di Rudy è riscontrato punto per punto in ogni sua parte".</p>
<p>Gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile si sono detti sicuri di poter ribaltare le conclusioni del procuratore generale che oggi ha chiesto la conferma della condanna a 30 anni di reclusione per l'ivoriano accusato dell'omicidio di Meredith Kercher. Una posizione che "ci sta nel gioco delle parti" ha sostenuto l'avvocato Gentile. "Il pg è stato essenziale - ha aggiunto - ma dalla dichiarazione che ha fatto siamo convinti di poter dare in sede di discussione una nostra risposta valida. Siamo convinti sempre di più che la violenza sessuale in questa vicenda non c' è mai stata e siamo certi che i motivi d'appello ci daranno ragione".</p>
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<br />PERUGIA - Rudy Guede dice di non aver ucciso Mez e di non averla violentata. Vuole che lo sappiano i genitori, vuole che lo sappia la giustizia italiana, vuole che lo sappia il mondo intero e per questo ha chiesto ed ottenuto che, nell'Aula degli affreschi - a Palazzo di Giustizia - ci fossero telecameraman, fotografi e giornalisti. L'ivoriano si è rivolto all'avvocato Francesco Maresca, che rappresenta i congiunti di Mez come parte civile. Al legale, Guede ha chiesto di far sapere alla famiglia della vittima che "l'unica cosa della quale la mia coscienza deve rispondere e per la quale nessun tribunale potrà assolvermi" è quella di non aver fatto tutto il possibile per tentare di salvare la studentessa inglese. Ha spiegato di avere incontrato Meredith il 31 ottobre del 2007, nel corso di una festa in discoteca e di aver avuto con lei un appuntamento per la sera successiva. "L'ho baciata sulla guancia e le ho detto 'ci vediamo'" ha spiegato l'ivoriano.</p>
<p>Ha quindi riferito alla Corte che la sera successiva a quella dell'incontro entrò insieme alla Kercher nella casa di via della Pergola, poi teatro del delitto: "mentre eravamo in casa - ha sostenuto Guede - Meredith cominciò a inveire contro Amanda Knox. 'I miei soldi, i miei soldi, non la sopporto piu'' disse Meredith". L'ivoriano ha quindi spiegato di aver avuto un approccio con la studentessa inglese, ma non un rapporto sessuale. Dopo circa un quarto d'ora - in base alla sua versione - si recò in bagno. "Ho sentito le voci di Meredith e di Amanda - ha riferito ancora Guede - che discutevano dei soldi venuti a mancare. Ho sentito solo 'dobbiamo parlare' ma non mi sono preoccupato, perché pensavo fosse solo una discussione tra due ragazze che vivevano nella stessa casa.</p>
<p>Mentre ero in bagno mi sono messo ad ascoltare musica da un i-pod, ma alla metà del terzo brano ho sentito un urlo fortissimo. Mi sono precipitato a vedere cosa fosse successo e in camera di Meredith ho visto una figura maschile. E' stato un lampo e questa persona ha cercato di colpirmi. Sono indietreggiato e caduto in soggiorno. A quel punto ho sentito qualcuno fuori della casa che scappava e diceva 'andiamo via, c'é un nero in casa. Non ho avuto il coraggio di inseguirli, ma guardando fuori dalla finestra ho visto la sagoma di Amanda". Guede ha quindi spiegato di essersi recato nella camera di Meredith e di aver cercato di tamponare il sangue che le usciva dopo essere stata ferita mortalmente con un coltello alla gola. Meredith era agonizzante - ha sostenuto Guede - e cercava di dirmi qualcosa, io le tenevo la mano. A quel punto sono entrato in uno stato di shock. Nella mia testa c'erano tanti perché senza risposta. Ho avuto paura". Il giovane ha quindi affermato di essersi "ritrovato in Germania", dove venne poi arrestato, ma di non avere avuto "nulla da cui scappare". Guede ha poi descritto il suo ritorno in Italia. "Questo, signor giudice - ha affermato - è quanto ho vissuto. Non ho niente da nascondere e non sono un bugiardo. Chiudendo gli occhi vedo ancora rosso dappertutto". <br /> <br /> "Voglio far sapere alla famiglia Kercher che non ho ucciso né violentato la loro figlia. Non sono quello che le ha tolto la vita": lo ha detto Rudy Guede, al termine di una lunga dichiarazione spontanea fatta stamani davanti alla Corte d'Assise di appello di Perugia, che lo processa per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. L'ivoriano si è rivolto all'avvocato Francesco Maresca, che rappresenta i congiunti di Mez come parte civile. Al legale, Guede ha chiesto di far sapere alla famiglia della vittima che "l'unica cosa della quale la mia coscienza deve rispondere e per la quale nessun tribunale potrà assolvermi" è quella di non aver fatto tutto il possibile per tentare di salvare la studentessa inglese. Nel corso della dichiarazione spontanea, Guede ha ricostruito quanto avvenuto la sera dell'omicidio di Meredith, i giorni precedenti e quelli successivi. Ha spiegato di avere incontrato Meredith il 31 ottobre del 2007, nel corso di una festa in discoteca e di aver avuto con lei un appuntamento per la sera successiva.</p>
<p>"Le ho dato un bacino sulla guancia e poi le ho detto 'ci vediamo'" ha spiegato l'ivoriano. Ha quindi riferito alla Corte che la sera successiva a quella dell'incontro entrò insieme alla Kercher nella casa di via della Pergola, poi teatro del delitto: "mentre eravamo in casa - ha sostenuto Guede - Meredith cominciò a inveire contro Amanda Knox. 'I miei soldi, i miei soldi, non la sopporto piu'' disse Meredith". L'ivoriano ha quindi spiegato di aver avuto un approccio con la studentessa inglese, ma non un rapporto sessuale. Dopo circa un quarto d'ora - in base alla sua versione - si recò in bagno. "Ho sentito le voci di Meredith e di Amanda - ha riferito ancora Guede - che discutevano dei soldi venuti a mancare. Ho sentito solo 'dobbiamo parlare' ma non mi sono preoccupato, perché pensavo fosse solo una discussione tra due ragazze che vivevano nella stessa casa.</p>
<p>Mentre ero in bagno mi sono messo ad ascoltare musica da un i-pod, ma alla metà del terzo brano ho sentito un urlo fortissimo. Mi sono precipitato a vedere cosa fosse successo e in camera di Meredith ho visto una figura maschile. E' stato un lampo e questa persona ha cercato di colpirmi. Sono indietreggiato e caduto in soggiorno. A quel punto ho sentito qualcuno fuori della casa che scappava e diceva 'andiamo via, c'é un nero in casa. Non ho avuto il coraggio di inseguirli, ma guardando fuori dalla finestra ho visto la sagoma di Amanda". Guede ha quindi spiegato di essersi recato nella camera di Meredith e di aver cercato di tamponare il sangue che le usciva dopo essere stata ferita mortalmente con un coltello alla gola.</p>
<p>Meredith era agonizzante - ha sostenuto Guede - e cercava di dirmi qualcosa, io le tenevo la mano. A quel punto sono entrato in uno stato di shock. Nella mia testa c'erano tanti perché senza risposta. Ho avuto paura". Il giovane ha quindi affermato di essersi "ritrovato in Germania", dove venne poi arrestato, ma di non avere avuto "nulla da cui scappare". Guede ha poi descritto il suo ritorno in Italia. "Questo, signor giudice - ha affermato - è quanto ho vissuto. Non ho niente da nascondere e non sono un bugiardo. Chiudendo gli occhi vedo ancora rosso dappertutto".</p>

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