Idan Raichel apre la 41ma edizione del Festival delle Nazioni

(UJ.com) CITTA' DI CASTELLO <!–webbot bot="Timestamp" S-Type="EDITED" S-Format="%d/%m/%Y" startspan –>20/08/2008<!–webbot bot="Timestamp" endspan i-checksum="12622" –> - Note pop dal vago sapore reggae, musicisti israeliani di origine etiope, poesie arabe e canti yemeniti ad aprire la 41 ma edizione del Festival delle Nazioni di Città di Castello. Il 21 agosto in piazza “Il Project” di Idan Raichel Nato da una famiglia Ashkenazi/Russa, si appassiona da giovanissimo alla musica gitana e al tango. Studia jazz mentre è al liceo, ascolta il rock occidentale, e inizia a suonarlo durante il servizio militare, impara i successi pop israeliani da suonare con la sua band e ne perfeziona gli arrangiamenti. Ma è l’incontro con la comunità degli ebrei etiopi che gli darà quella connotazione particolare per cui la sua musica è apprezzata e riconosciuta a livello mondiale. Conosce gli artisti etiopi, resta affascinato dalla loro musica e dalla cultura degli ebrei d’Etiopia e decide, quindi, di provare a mettere insieme le musiche e i suoni che ha conosciuto e imparato ad amare. È così che nasce l’Idan Raichel Project, nel sottoscala dell’appartamento dei suoi genitori a Kfar Saba, dove Idan chiama a raccolta uno straordinario ensemble di musicisti e cantanti che ha conosciuto nelle molte attività musicali che ha svolto. La sua è musica profondamente israeliana, fatta della materia straordinaria della cultura del suo paese, delle mille differenti correnti musicali che costruiscono la realtà sonora di un paese, Israele, che mescola oriente e occidente all’interno dei suoi confini, che parla mille lingue diverse, che rappresenta il mondo in tutte le sue molteplici sfaccettature. Da una parte c’è un soffio antichissimo, che arriva dalle radici più profonde della sua musica, quelle più riconoscibili come etniche, melodie dal fascino sottile, che Idan spesso canta in aramaico, e che colpiscono al cuore chi ascolta. Dall’altra c’è il futuro, l’elettronica, l’uso accorto e saggio dei più moderni ritrovati della tecnica, che portano la musica del Project avanti nel tempo, la fanno viaggiare al di fuori delle regole precostituite, la portano lontano dalle radici iniziali verso un mondo che vive sull’onda di un ritmo pulsante e sconosciuto. Poi c’è Israele, con le sue strade e i suoi cuori, con i suoi suoni e le sue voci. E infine l’Etiopia, la “seconda patria” di Idan, che mescola ritmi e sonorità ancora più lontane, echi di reggae e di Africa, che diventano il marchio di fabbrica di una proposta che, davvero, non ha eguali nello scenario internazionale. BIOGRAFIA The Idan Raichel Project è esploso sulla scena musicale israeliana nel 2002, cambiando il volto della musica pop israeliana e offrendo un messaggio d’amore e tolleranza. Grazie alla mescolanza tra musica etiope tradizionale, poesia araba, canti yemeniti, cantillazione ebraica e ritmi caraibici, The Idan Raichel Project ha già ottenuto un grandissimo successo in Israele con diverse hit in vetta alle classifiche e vincendo dischi di platino. l progetto è stato ideato dal tastierista, compositore, produttore e arrangiatore israeliano Idan Raichel, che ha invitato più di 70 musicisti di nazionalità e origini diverse a partecipare alle registrazioni. Raichel è sempre stato affascinato dalla musica delle comunità etiopi in Israele, che ha anche usato come base per le sue rielaborazioni. Alle registrazioni hanno inoltre partecipato musicisti arabi, cantanti tradizionali yemeniti, un percussionista del Suriname e un cantante sudafricano. Il ha pubblicato il primo album in Israele nel 2002 ed è diventato subito uno dei più grandi successi nella storia della musica israeliana popolare. L'interesse del pubblico per l’album ha spinto il suo successo a livelli raramente visti sulla scena locale musicale e ha consolidato Idan Raichel come la nuova star israeliana. Ora è un’icona musicale nelle comunità israeliane ed ebraiche di tutto il mondo: Idan Raichel ha infatti suonato (concerti tutti esauriti) in sale prestigiose a Parigi, Bruxelles, New York, Los Angeles, Singapore e altre. Il Project apre inoltre una nuova prospettiva sui conflitti del Medioriente, mostrando come popolazioni di cultura diversa in una zona del mondo martoriata, possano coltivare le proprie tradizioni culturali e allo stesso tempo creare nuove espressioni a col prossimo e con il massimo rispetto reciproco.

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