Furto in villa a San Terenziano

<p>di <b>Luana Pioppi <br /></b>(UJ.com) SAN TERENZIANO - Tre banditi armati, di cui quello che sembrava il capo della banda parlava con l'accento di un paese dell' est europeo, hanno aggredito e rapinato sabato notte <b>Giacomo Votini</b>, imprenditore umbro titolare di una catena di mobilifici, nella sua villa di San Terenziano. Hanno atteso che l'uomo rientrasse in casa e - dopo averlo minacciato con un coltello, una pistola ed averlo legato - lo hanno derubato di circa 6mila euro in contanti. I rapinatori si sono anche impossessati di una sua pistola Beretta, calibro 9 per 21, che deteneva legalmente. L' imprenditore non ha opposto alcuna resistenza ed ha subito soltanto qualche spinta. Secondo le prime informazioni il fatto è accaduto intorno alle ore 2 della notte mentre l'allarme è scattato intorno alle 8 della mattina di domenica dopo quando l'uomo, che era solo in casa, è riuscito a slegarsi ed avvertire i carabinieri di Foligno, comandati dal capitano Andrea Mattei. I rapinatori si sono trattenuti nella villa per circa mezzora, impossessandosi di alcune migliaia di euro in contanti, di una pistola regolarmente denunciata e di alcuni preziosi. Prima di fuggire avrebbero staccato i fili del telefono ed immobilizzato l'imprenditore, utilizzando anche una cravatta per legargli le mani. Nella stessa zona, con modalità analoghe, negli ultimi tempi ci sono state altre rapine in abitazioni isolate. Gli investigatori non escludono, quindi, collegamenti tra i due fatti ed altre rapine in abitazioni isolate compiute precedentemente nell' area tra <b>Bastia Umbra,</b> Foligno e Massa Martana. Votini quando la scorsa notte verso le due è tornato da solo a casa, mentre apriva, si è trovato di fronte ad un uomo mascherato con il passamontagna. Dal buio sono spuntati altri due banditi, anche loro con il viso coperto da passamontagna. Due dei rapinatori erano armati, uno di pistola e l'altro di coltello. L' imprenditore, come detto, non ha opposto resistenza. I rapinatori gli hanno legato le mani saldamente con il cavo di un telefono che hanno strappato. Poi, per circa mezzora, hanno frugato in casa, continuando a minacciarlo perché indicasse loro dove custodiva soldi ed oggetti di valore. Prima di fuggire, dopo essersi assicurati che era ben legato, lo hanno rinchiuso in una stanza. L'imprenditore è riuscito a liberarsi soltanto stamani verso le otto quando ha potuto dare l'allarme. </p><p>&nbsp;</p>

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