Falsi invalidi: facciamo chiarezza sui numeri in Umbria

<p>post <span style="color: #000000;"><b>M. Zingales</b></span> <a target="_blank" title="Scrivi a Morena Zingales" href="mailto:morenazingales@gmail.com"><b>@</b></a> (UJ.com) PERUGIA - "Ormai è evidente: i numeri che l'Inps sta ultimamente diffondendo nella sua accanita campagna contro i 'falsi invalidi' sono del tutto campati in aria". Ne è convinta Franca Gasparri, coordinatore regionale del patronato Inca Cgil dell'Umbria che fa notare come gli stessi rappresentati dell'ente previdenziale tendano a contraddirsi con grande facilità: "Siamo partiti per l'Umbria da un 47% di <b>prestazioni</b> revocate (addirittura il 53% in provincia di Perugia), come sostenuto dal presidente Mastrapasqua in varie interviste rilasciate a giornali e tv. Poi siamo scesi al 10,25% secondo i dati ufficiali della direzione generale Inps, per poi risalire a un 20% secondo il direttore regionale, recentemente intervistato dal Tgr dell'Umbria". Dunque, una grande confusione che però può essere facilmente chiarita da una lettura realistica e ordinata dei dati ufficiali dell'Istituto.</p>
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<p>Spiega Franca Gasparri: "Bisogna partire dall'inizio, ovvero dal numero complessivo di fascicoli controllati, perché questo numero rappresenta il campione totale di invalidi su cui è stata fatta la verifica". Il numero in questione, per l'Umbria, è 4.978. Su questo campione complessivo l'Inps ha effettuato una prima scrematura, sottoponendo a visita solo 3.857 soggetti, ritenendo quindi <b>confermabile</b> d'ufficio la prestazione per i restanti 1.121. Andiamo avanti: le 3.857 visite effettuate a livello locale hanno portato alla revoca di 415 prestazioni, mentre un ulteriore controllo a livello nazionale ha portato alla revoca di (soltanto) altre 2 prestazioni. Dunque, il totale di prestazioni revocate ammonta al numero di 417, pari all'8,4% delle pratiche controllate.</p>
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<p>"Questo è il dato reale per l'Umbria - sostiene Franca Gasparri - rispetto al quale però è doveroso sottolineare due ulteriori aspetti: il primo è che molte delle revoche possono dipendere dal miglioramento del soggetto assistito. E' il caso dei malati oncologici dopo un periodo di chemioterapia: non falsi invalidi, ma persone che fortunatamente stanno meglio. L'altro aspetto è l'effetto che avrà il <b>contenzioso</b> giudiziario che inevitabilmente si aprirà su buona parte delle revoche effettuate. Sappiamo infatti che nel 50% dei casi di ricorso negli anni passati l'Inps è stata soccombente. Se questa percentuale venisse confermata i 'falsi invalidi' umbri resterebbero poco più di 200.</p>
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<p>E allora - conclude Gasparri - ribadendo che è assolutamente auspicabile che si colpisca duramente chi davvero truffa la collettività, ci chiediamo se questo sia il modo migliore per raggiungere il risultato". Infine, vale la pena ricordare che gli stessi comitati Inps di Terni e Perugia, composti dalle parti sociali, <b>sindacali </b>e datoriali, si sono espressi in maniera chiara e unanime (fatta salva l'astensione dei due direttori provinciali) condannando fermamente il comportamento dell'istituto teso, come si legge negli ordini del giorno approvati dai due comitati, "alla negazione generalizzata dei diritti ai cittadini più deboli".</p>

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