CRONACA Si cerca il 22enne romeno, rimasto ferito, che avrebbe ucciso l'ucraino Oleg Lusak

<p>(UJ.com) TERNI - E' ferito ma non si arrende il romeno di 22 anni, accusato dell'omicidio dell'ucraino Oleg Lusak, di 36 anni, avvenuto martedì sera a Terni. Sa di essere braccato ma non si arrende. Gli inquirenti lo desumono dal sangue mischiato a quello della vittima. La <b>polizia</b>, inoltre, ha trovato tracce di sangue dal luogo del delitto sino alla sua abitazione nei pressi di corso Vecchio dove abitava con la madre. Quest'ultima è stata anche interrogata ma non avrebbe fornito elementi utili per sapere dove potrebbe essersi nascosto il figlio. <br /><br />Alla rissa aveva assistito, senza però prendervi parte, anche la fidanzata incinta del presunto assassino. Anche lei subito dopo il fatto sarebbe fuggita con il fidanzato ed un altro romeno su una auto con targa <b>bulgara</b>. La polizia aveva poi rintracciato la ragazza e l'altro romeno che si preparavano a partire (avevano già fatto le valige) ma dopo essere stati interrogati hanno rinunciato ad allontanarsi. <br /><br />Anche loro hanno detto di non sapere dove possa essere il ricercato, che si desume che abbia con sé l'arma del delitto. Per quanto riguarda il ruolo del romeno arrestato questi - secondo l'accusa - avrebbe materialmente aiutato l'assassino colpendo con calci e pugni la vittima che cercava di disarmare del coltello il giovane ancora ricercato. <br /> Intanto oggi è stato convalidato, dal gip <b>Maurizio Santoloci</b>, l'arresto del romeno di 27 anni accusato di concorso nell'omicidio dell'ucraino Oleg Lusak. All'interrogatorio in carcere ha assistito anche il pubblico ministero Elisabetta Massini.<br /><br />(UJ.com) PERUGIA - Intanto procedono a pieno ritmo le indagini sulla morte di Nilda Beatriz Rodriguez, nata in Argentina il 23 febbraio 1963. Era sposata, aveva tre figli e risiedeva in Spagna. Giunta in italia non più di un mese, era solita esercitare il meretricio in località <b>San Sisto</b>. I Carabinieri di Perugia, coordinati dal pm Giuseppe Petrazzini, hanno fatto grandi passi in avanti:<b> </b>hanno individuato i cellulari e l'appartamento dove viveva la donna. Questo ha permesso di definire la sua identità e di contattare il Consolato per le comunicazioni alla famiglia. Secondo i racconti delle sue "colleghe" la donna era venuta a Perugia per prostituirsi per mantenere la famiglia.</p>
<p>La donna, prima di morire, era stata picchiata, ferita con un corpo contundente e presa sotto da un'auto ma la causa principale del suo decesso è stata un'emorragia, causata da un colpo infero al fianco e che ha raggiunto al cuore. Era arrivata da un mese e mezzo a Perugia, <b>risiedeva</b> a ridosso del Centro storico. Le ricerche degli inquirenti ora sono indirizzate al mondo della droga e della prostituzione. Non si esclude che la donna fosse un corriere della droga e che abbia fatto qualche sgarro nel corso dell'ultimo viaggio, dalla Spagna all'Umbria.</p>

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