CRONACA - IL SINDACATO DELLA POLIZIA PENITENZIARIA REPLICA ALLE IENE

<p>(UJ.com) PERUGIA - Mentre l’attenzione mediatica nazionale è puntata sul pianeta carcere per aspetti negativi, presunti omicidi, pestaggi ecc., casi che sembrano ogni giorno spuntar fuori da ogni angolo del paese, come se a un tratto le carceri italiane siano diventate tout court campi di sterminio gestite da “kapo’”, ecco che giungono anche bizzarre quanto improbabili associazioni, del tipo caso Cucchi (caso tutto da chiarire) a Roma e caso Bianzino in quel di Perugia (caso per il quale il presunto omicidio, come sembra oramai appurato, non c’è stato, con buona pace di qualche teologo del complotto).</p>
<p>Non pur ultimo la ben nota trasmissione “Le Iene” in onda sul canale tv “Italia 1” poco tempo fa ha trattato quest’ultimo argomento con totale “leggerezza d’animo”, usando parole e affermazioni a dir poco “gravi” e lesive nei confronti dell’intero Corpo di Polizia Penitenziaria. Addirittura, l’inviato del programma nel servizio ha affermato che c’è il sospetto, alludendo evidentemente al personale di polizia, che abbia “ammazzato di botte” il Bianzino “con l’uso di tecniche professionali di pestaggio per non lasciare lividi ma che lasciano profondi danni agli organi interni” . Ora, non sappiamo da cosa e come è venuta tale ispirazione, forse dalla, un tempo famosa, serie animata di “Ken il guerriero”.</p>
<p>E’ inutile sottolineare quanto di più falso ci sia in tali grottesche affermazioni, paradossalmente i corsi di autodifesa, contro le aggressioni (quelle vere) che sono gli stessi adottati da tutti i corpi di polizia del paese e che sono mirati alla difesa dell’ operatore e non di certo letali, seppur previsti non vengono attuati da tempo per carenza di personale e di conseguenza non distoglierlo dal servizio. A memoria, un corso c’è stato ed era di Boxe, precisamente nel carcere di Spoleto qualche anno fa, ma ahinoi non era rivolto agli agenti, bensì ai detenuti. Ed è proprio in questo momento che tutti dimenticano di dire e denunciare quanto di veramente grave e incontestabile avviene oggi nelle carceri italiane e in particolare per quanto è dato a conoscere più approfonditamente, in quella di Perugia, ossia il grave sovraffollamento.</p>
<p>Il fenomeno è riesploso in questi ultimi giorni e ha assunto una gravità peggiore di quella affrontata all’ inizio di quest’estate, quando il carcere era aperto con un solo padiglione. Ora che l’istituto perugino è aperto nella sua totalità, quindi con un raddoppio dei “posti letto” si trova paradossalmente con una presenza di detenuti molto oltre la massima tollerabilità. Molti di essi vivono in tre in celle concepite per una persona, con la terza unità costretta a dormire con il materasso a terra. Basti pensare che la capienza</p>
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