<p>(UJ.com) BEVAGNA - Laffascinante e ironica Marina Thovez e il bravo e trascinante Mario Zucca sono i protagonisti di una delle commedie più celebri di Plauto, Casina, in scena al Teatro Torti di Bevagna venerdì 4 dicembre e al Teatro Caporali di Panicale sabato 5 dicembre. Secondo un perfetto meccanismo comico, storie di infedeltà coniugale sintrecciano a rivalità tra servi, invidie tra amiche, litigi tra genitori e figli, piccoli dispetti e grandi scherzi. Casina è una trovatella che è stata adottata dalla ricca coppia di Sciolgotutto e Strepitosa, ed è perciò una figlioccia ma anche una schiava, poiché di natali oscuri. I due hanno già un figlio che è innamorato proprio di Casina e vorrebbe sposarla, ma le leggi non consentono un matrimonio tra un uomo libero e una schiava.</p>
<p>La fanciulla è talmente bella che anche il vecchio patrigno Sciolgotutto perde la testa per lei. Strepitosa, la moglie, capita lantifona, per accontentare il figlio, e soprattutto per sottrarre la ragazza alle brame del marito, combina il matrimonio di Casina col giovane scudiero Palino, col patto lei che passi la prima notte di nozze con suo figlio. Sciolgotutto allora fa lo stesso accordo col fattore Olimpione. Dopo vari litigi tra marito e moglie e tra i due servitori, si decide di affidare al fato la scelta, tramite un sorteggio. Vince Olimpione, e mentre Sciolgotutto si prepara alla sua notte damore, le donne di casa architettano una grande beffa che manderà in bianco i due vegliardi. Se chiedessimo a chiunque perché Plauto abbia ritratto le debolezze delluomo con tanta ricchezza, con così spietata fantasia, sicuramente ci sentiremmo rispondere: perché era un grande poeta. Giusto. Ma se lo chiedessimo a Plauto stesso, probabilmente risponderebbe: perché fa ridere. Questo spettacolo ha un grande significato per me dice Marina Thovez che cura anche la regia - riproporre una nuova versione di Casina significa avvicinare al teatro anche un pubblico di giovani, per il quale Plauto è materia di studio, e per il quale è molto importante il divertimento sano, intelligente e soprattutto non consumato da soli ma condiviso con gli altri. Riscrivere un classico è forse un azzardo, recitare in due una commedia basata sullintreccio lo è sicuramente.</p>
<p><br />Credo nella riscrittura di non aver tradito lo spirito delloriginale, -ché anzi grande cura è stata messa per restituire la patina plautina- e di aver operato con un larvato, e mi auguro garbato, intento didascalico al fine di collocare la commedia nel suo contesto socio-politico, sia per quanto riguarda i rapporti tra Roma e il resto del mondo, sia nei rapporti tra i personaggi. Quando le commedie di Plauto andavano in scena per la prima volta era immediatamente perspicua per il pubblico la funzione sociale che ogni personaggio aveva, e con essa la sua piena valenza drammaturgica; oggi non è più così: la struttura della familia è cambiata, la servitus non esiste più, e non è comunque paragonabile a quellabominio recente che è la schiavitù. Perdere queste relazioni significa perdere gran parte dellumanità dei personaggi; io ho voluto suggerirle allattenzione del pubblico contemporaneo non certo per fare scuola, né tanto meno per fare politica, ma per rappresentare dei personaggi a tutto tondo, come immagino siano nati nella fantasia di un poeta appartenuto a una civiltà che amo molto, una civiltà che credo possa far innamorare chi non la conosce.</p>
<p>Perché far recitare solo due attori? Per creare un gioco nel gioco, il meccanismo del teatro nel teatro, dove gli attori, rimasti soli per un artifizio che si svelerà durante lo spettacolo, entrano ed escono dai personaggi sotto gli occhi del pubblico, trasformati in pochi secondi, animati da unappassionata ed eroica voglia di far teatro, la stessa che portò Plauto ragazzino a cercare fortuna a Roma. Infatti questa Casina è un unico grande omaggio al teatro, attraverso Plauto che è stato il primo drammaturgo in suolo italico, e attraverso le vicende dei due attori, che del teatro e dei grandi sacrifici che comporta sono i due tragicomici interpreti. Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dellUmbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222.</p>
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