ASL3 – CENTRODESTRA: “RISCRIVERE NORME PER UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE”

<p>post <b>M. Zingales</b> UJcom2.0 <a target="_blank" title="Scrivi a Morena Zingales" href="mailto:morenazingales@gmail.com"><b>@</b></a> (UJ.com) PERUGIA - “Riscrivere insieme, maggioranza e opposizione, le norme per una Pubblica amministrazione trasparente e rispondente ai bisogni della collettività e modificare le normative riguardanti la nomina di primari e direttori generali, con la possibilità di revocare gli incarichi assegnati visto che, nonostante quanto stia emergendo dall’inchiesta della magistratura, non solo la direttrice generale della Asl 3 è rimasta al suo posto perché il contratto nazionale di lavoro non può essere toccato, ma la struttura si appresta a <b>nominare</b> 46 mini-dirigenti come se nulla fosse successo”. Questi i contenuti emersi nella conferenza stampa del gruppo Pdl di Palazzo Cesaroni, illustrati dal capogruppo Raffaele Nevi e dalla portavoce Fiammetta Modena, che fanno capo a una proposta di legge regionale concernente modifiche alla legge “2/2005” (“Struttura della presidenza della Giunta regionale”) e alla legge “21/2007” (“Struttura del Consiglio regionale”) e al Protocollo d’intesa tra il Ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta e la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, per la “Realizzazione di un programma di innovazione per l’azione amministrativa”.</p>
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<p>“Noi chiediamo che la dottoressa Rosignoli faccia un passo indietro – ha detto Nevi – e che vengano riscritte le norme per la designazione e la valutazione dei dirigenti d’intesa fra tutte le forze politiche, affinché sia possibile anche revocare un incarico dirigenziale in presenza di violazioni della legge o dei principi di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione”. La proposta di legge del Pdl prevede alcune clausole di natura tecnica: il limite massimo per <b>ricoprire</b> un incarico dirigenziale nella Pubblica amministrazione deve essere di cinque anni e i criteri di revoca devono essere sottoposti alla valutazione del Consiglio regionale. “E’ necessario introdurre il criterio del merito e valorizzare le professionalità nella Pubblica amministrazione – ha spiegato Modena – perché attualmente vengono attribuiti premi e incentivi in modo indifferenziato, spesso subordinato a valutazione politica.</p>
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<p>E’ giusto che chi eccelle abbia un bonus, un premio contestualizzato al processo di innovazione, oppure per la alta formazione data dai titoli, e comunque si deve valutare non solo sulla base della produttività ma guardando al risultato che è doveroso per la Pubblica amministrazione: la soddisfazione dei bisogni della collettività”. Necessario anche, hanno spiegato gli esponenti del centrodestra, introdurre un organismo esterno per effettuare la valutazione dei <b>dipendenti</b>, affinché avvenga per merito di obiettivi raggiunti sul lavoro e nel rapporto con i cittadini, non per meriti politici. Per quanto riguarda il protocollo d’intesa tra il ministro Brunetta e la Regione Umbria che Modena ha presentato alla stampa, esso tende a sviluppare l’innovazione nell’azione amministrativa della Regione ed è finalizzato alla riduzione degli oneri burocratici ed alla semplificazione dello svolgimento dei servizi al cittadino, con un ambito di intervento denominato “Mettiamoci la faccia”, finalizzato alla “customer satisfaction” da applicare ai servizi offerti.</p>
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<p>Il capogruppo Nevi ha specificato che il Pdl chiederà la priorità per l’analisi delle proposte di legge in Commissione, affinché si discuta subito del conferimento degli incarichi a primari e capi dipartimento e della revoca dei direttori generali: “Puntiamo ad un accordo bipartisan – ha ribadito – e chiediamo alla Giunta di bloccare tutti i concorsi fino a che le regole non saranno riscritte, visto che risulta quanto meno <b>sospetta</b> l’assunzione di ben 46 minidirigenti da parte della Asl numero 3, l’unica che ha avuto il direttore riconfermato, nonostante l’inchiesta giudiziaria che è venuta a bloccare momentaneamente anche un’indagine della Corte dei conti che – ha riferito Nevi – ha comunicato alla Rosignoli che ‘diverse cose non vanno’ e tra queste un ‘eccessivo ricorso a incarichi di collaborazione libero professionale’, e che al momento ‘ritiene di dover soprassedere vista l’indagine della magistratura ordinaria, con riserva di ulteriore istruttoria’”.</p>

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