
I legali degli undici indagati, dopo le accuse lanciate da Cristian Spina, imprenditore che ha dato il via all’inchiesta sugli appalti Ast, si preparano un’adeguata linea difensiva. Gli avvocati chiederanno in Procura gli accessi agli atti per studiare le carte e preparare eventuali contromosse.
Gli indagati, nel frattempo, rigettano le accuse dell’imprenditore e negano la presenza di un sistema di malagestione degli appalti.
L’imprenditore Spina ha raccontato tutto in una conferenza stampa: “La mia azienda, la Misp Automation ha vinto un appalto per la manutenzione delle caldaie dell’acciaieria nel 2011. Ho subito constatato come gli impianti non fossero a norma e ho così informato i responsabili, reclamando i lavori. Lo scontro però si è fatto sempre più acceso, c’è chi metteva in dubbio la mia parola e io e i miei dipendenti venivamo sottoposti a pressioni”.
La situazione non è migliorata con il ricorso a un consulente esterno. Nel 2013 l’imprenditore decide di inviare una lettera all’allora board italiano dell’acciaieria: “ma dopo 6 ore racconta Spina – hanno recesso tutti i miei contratti”. Una mazzata tremenda per la Misp è ha avuto non pochi problemi abbassando il fatturato e licenziando alcuni dipendenti.
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