Il paesaggio dell’acqua nelle fotografie di Rolando Marini a Pienza

acque interiori color sample(umbriajournal.com) PIENZA – Si apre sabato 24 agosto alla Fabbriceria della Cattedrale la mostra “Acque interiori”
Dopo Cosenza, Magione, Castiglione del Lago e Brescia, la mostra di Rolando Marini intitolata “Acque interiori” si sposta in Toscana, arrivando a Pienza (SI), uno dei gioielli della Val d’Orcia. Sarà visitabile dal 24 agosto al 22 settembre, presso la Fabbriceria della Cattedrale, nella centralissima Piazza Pio II.
Si tratta di un’indagine fotografica e di una ricerca espressiva sui significati immateriali del paesaggio lacustre. Il lavoro di ripresa si è svolto nel corso di quattro anni, dal 2009 al 2012, interamente sul Lago Trasimeno, il lago più grande dell’Italia centrale, lago dai tramonti struggenti, dove i segni dell’attività umana si fondono virtuosamente con l’elemento fisico-naturale, in una sintesi rara e originale. Ma questo lago, nell’indagine fotografica di Marini, diventa “il lago”, come archetipo dell’ambiente dell’acqua, come essenza del paesaggio.
L’autore propone, similmente ai precedenti lavori sui centri storici italiani, una particolare esperienza estetica del paesaggio, intesa come tentativo di osservare, ascoltare soffermandosi, “immergersi” per attraversare un itinerario di meditazione; un percorso che esercita l’artista e poi l’osservatore ad essere aperto all’inatteso e al superamento di ciò che è scontato.
Insieme con l’indagine fotografico-paesaggistica, “Acque interiori” sviluppa, seppure in modo sotteso, anche un’investigazione di tipo etno-antropologico, relativa alla commistione tra aspetti dell’attività umana (pesca, navigazione) ed elemento naturale, nel processo di conformazione del paesaggio. E questo fornisce ulteriori suggestioni.
L’approccio ad un ambiente lacustre così speciale non è documentaristico, ma invece, come è stato per “Città ideali”, è quasi metafisico: sia perché ad essere fotografata è l’atmosfera del luogo più che il luogo in sé, sia perché le tecniche di stampa allontanano ulteriormente l’immagine dall’oggetto fotografato.
Infatti, le 25 opere, di cui si compone la mostra, sono realizzate con due tecniche: stampa in bianco e nero ad alto contrasto; stampa a colori su carta velina increspata.
Segni sulla superficie, come schizzi a carbone sul foglio bianco, dove il riflesso del controluce ripete distorta la forma che lo genera. Poi, cangianti cromatismi del dialogo tra acqua e cielo, dalle tonalità inconsuete, regalate dalle giornate di luce più improbabili, e distesi su un supporto aggrinzito. Ecco quindi i due linguaggi: l’essenzialità estrema del bianconero ad alto contrasto su carta semimatt e la pienezza avvolgente del colore su carta increspata. Liscio ed essenziale, a fianco e in mezzo al ruvido e pieno.
L’elaborazione e la stampa delle opere è stata affidata alla BAM (Bottega di Antonio Manta) di Montevarchi (AR), un laboratorio specializzato nella fotografia Fine Art e famoso a livello internazionale. Le opere fotografiche sono realizzate con tecniche e materiali di altissima qualità: in particolare, è proprio la BAM ad avere sperimentato e realizzato opere fotografiche con la tecnica della carta velina increspata.

La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 9,30 alle 19, con ingresso libero. L’esposizione è accompagnata da un libro-catalogo con testi di Sandro Iovine (direttore della rivista “Il fotografo”) e di Cristiana Palma (critico fotografico).
Per informazioni, si può telefonare al 348/2860835 o allo 0578/749059.

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