

(umbriajournal.com) by Avi News SPOLETO – “Non vogliamo replicare ad accuse infamanti, del tutto infondate e dettate esclusivamente da interessi personali. Né tantomeno esplicitare quelle che sembrano essere le vere e poco nobili ragioni della denuncia. Questa conferenza è stata convocata per difendere il Cisam, Centro italiano di studi sull’alto medioevo, che ha subito un grave danno d’immagine da un attacco mediatico consumatosi in assoluta consapevolezza”. È quanto hanno dichiarato, a Spoleto, martedì 26 novembre, Enrico Menestò, Letizia Ermini Pani e Tullio Gregory, rispettivamente presidente, vicepresidente e consigliere della Fondazione Cisam durante la conferenza stampa convocata dagli stessi a seguito di una denuncia di querela formalizzata da una dipendente alla Procura della Repubblica. Presente all’incontro anche Antonio Carile, professore di storia bizantina all’Università degli Studi di Bologna. Nel corso della conferenza sono stati illustrati il modo in cui si articola la struttura e il funzionamento della stessa fondazione, evidenziando il fatto che il Cisam ha, dal 2002, personalità giuridica di diritto privato e da allora opera come una qualsiasi azienda privata. “In seguito alla privatizzazione – hanno spiegato Menestò, Ermini Pani e Gregory –, sono stati riformati anche gli organi statutari che non sono ovviamente di nomina politica. Il controllo amministrativo contabile sulla gestione è esercitato esclusivamente dal Collegio dei revisori. Un ulteriore controllo e vigilanza sul Cisam è esercitato poi dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e dalla Corte dei conti. È, dunque, profondamente sbagliato affermare e lasciar credere che il presidente possa aver gestito o possa gestire direttamente il denaro della Fondazione. Questa figura ha, invece, il grave e costante impegno di reperire fondi per l’espletamento delle attività di ricerca ed editoriali, attività queste ultime che sono la principale fonte di introiti del Cisam”. I rappresentanti della Fondazione hanno quindi ricordato il lavoro svolto in oltre 60 anni di storia snocciolando, in particolare, i dati dell’ultimo anno: 34 volumi pubblicati e altri 10 in stampa, 3 convegni organizzati in Toscana e Puglia e la programmazione, per il 2014, della 62ª Settimana di studio dal tema “Le corti nell’alto medioevo”. È stato inoltre sottolineato il successo delle sei campagne di scavo archeologico sulla Rocca Albornoziana che hanno dimostrato la presenza dei longobardi in quell’area sommitale. “Abbiamo un profondo legame con Spoleto e la sua storia – hanno commentato Menestò, Ermini Pani e Gregory –, ed è fin troppo evidente come tutte queste nostre iniziative abbiano una ricaduta economica e sociale sull’intera città. Il Cisam non solo ha in pianta organica cinque unità lavorative e occupa a tempo indeterminato altre figura professionali ma, grazie soprattutto all’organizzazione delle Settimane di studio, fa registrare un indotto estremamente positivo sulle attività ricettive e commerciali della città, con una risonanza a livello internazionale. Non c’è medievista al mondo che non sia passato per Spoleto. Senza contare borsisti e frequentatori liberi: sono più di 1.500 gli studiosi convenuti in città dal 1952 ad oggi”. “Ci aspettano ancora sfide impegnative – hanno infine concluso – e, dimostrata la trasparenza dell’organizzazione amministrativa e contabile, continueremo a lavorare quanto e più di prima”.
Nicola Torrini
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