Mielinumbria alla sua 18esima edizione a Foligno dal 6 all’8 novembre

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L’evento di Apau propone mostra dei mieli e riflessione sull’apicoltura regionale – Vincenzo Panettieri: miele umbro di qualità. Servono politiche per difendere il comparto

(umbriajournal.com) by Avi News FOLIGNO – Il piccolo laborioso insetto dell’alveare, l’ape, e l’eccellenza agroalimentare che si produce grazie alla sua attività tornano al centro dell’attenzione a livello regionale, con Mielinumbria, evento dedicato al mondo dell’apicoltura in programma a Foligno da venerdì 6 a domenica 8 novembre. Manifestazione, organizzata dall’Associazione produttori apistici umbri, che ha per la sua diciottesima edizione il patrocinio di Comune di Foligno, Regione Umbria e Istituto zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marche. I dettagli del programma sono stati illustrati, venerdì 30 ottobre, a Perugia, da Vincenzo Panettieri, presidente di Apau, alla presenza di Giovanni Patriarchi, assessore a sviluppo economico e agricoltura del Comune di Foligno, Giuliano Polenzani, dirigente del servizio Politiche per l’innovazione e fitosanitarie della Regione Umbria, e Carmen Maresca in rappresentanza dell’istituto zooprofilattico.

Mostra mercato e convegno. Il cartellone di Mielinumbria si poggia sui suoi tradizionali pilastri, la Mostra mercato del miele, che sarà inaugurata venerdì 6 novembre, alle 16, in piazza della Repubblica, e aperta nei due giorni successivi dalle 9, e il convegno che permette di fare il punto sull’apicoltura in Umbria, in programma sabato alle 9.30 nella sala Grande di palazzo Trinci. Si aggiungono, nella proposta, le degustazioni guidate ‘I fiori del miele’, sabato alle 17 e domenica alle 17.30 sempre in piazza della Repubblica.

Miele in vetrina e lo stato dell’apicoltura in Umbria. In vetrina ci saranno le produzioni delle migliori aziende umbre del settore, non solo mieli ma anche altri prodotti dell’apicoltura tra cui l’idromele. In discussione, nel convegno ‘Apicoltura in Umbria: fattori di crisi e opportunità di crescita’, lo stato del settore apistico regionale e le linee di sviluppo che la Regione Umbria intende proporre in campo agricolo. Il confronto permetterà di discutere anche delle minacce sanitarie all’apicoltura. “L’apicoltura in Umbria – ha spiegato Panettieri – conta circa 1.300 apicoltori e quasi 32mila alveari  per una produzione annua lorda vendibile di miele che si attesta tra i 3 e i 4 milioni di euro, escluso indotto. È un comparto che non ha solo un valore economico ma consente azioni di monitoraggio ambientale. Un’attività antica, quella dell’apicoltura, che si dimostra attuale e sostenibile per la sua attenzione a biodiversità e preservazione dell’ambiente. L’Umbria si distingue per la qualità e la bontà del miele, la cui produzione quest’anno non è stata abbondante. Qualità non solo organolettica ma legata alla salubrità del prodotto. Da indagini scientifiche condotte a livello nazionale, infatti, si è visto che i mieli umbri sono indenni da inquinamenti e rischi ambientali. Se non vengono messe in campo politiche adeguate, rischiamo che il patrimonio apistico umbro sia dimezzato nell’arco di 10 anni”. “Come associazione – ha concluso Panettieri – cerchiamo di tenere alta  l’attenzione anche a livello internazionale. Apau è stata promotrice del Forum sullo sviluppo dell’apicoltura nel Mediterraneo ed è capofila di FedApiMed”. “L’apicoltura rappresenta un valore – ha aggiunto Polenzani – e ha necessità di rinnovarsi. Mi associo alla speranza che il settore venga valorizzato e come Regione proseguiremo a sostenere Mielinumbria”. “La manifestazione è un patrimonio da portare avanti – ha aggiunto Patriarchi –. L’apicoltura è una tradizione del territorio e come amministrazione stiamo puntando su eventi che hanno qualità intrinseca e promuovano uno sviluppo sostenibile”. “Il problema sanitario nelle api esiste – ha concluso Maresca – ed è globale. L’istituto collabora con la Regione e con Apau con cui ha una convenzione tecnico-scientifica. Abbiamo anche attivato a Terni un centro di diagnostica per poter sviluppare nuove tecniche ed interventi rispetto alle esigenze del territorio”.

Carla Adamo

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