
Cittadinanza attiva, forte preoccupazione le scelte Regione su rifiuti
Sul complesso tema dei Rifiuti interviene Cittadinanzattiva Umbria con una nota per contestare alla Regione le decisioni prese dopo il 29 dicembre scorso, quando ha autorizzato i due cementifici della città di Gubbio a bruciare 100.000 tonnellate di CSS (combustibile derivato dai rifiuti). “ È stato lo stesso assessore regionale dell’Ambiente Roberto Morroni a dare conto che “il Servizio regionale competente ha aggiornato l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) delle cementerie di Gubbio, integrando nel provvedimento autorizzativo specifiche prescrizioni e condizioni di monitoraggio e controllo concernenti l’utilizzo di Combustibile Solido Secondario-combustibile (CSS-C) derivante dal trattamento di rifiuti urbani e/o di rifiuti speciali non pericolosi in parziale sostituzione (45%) del combustibile fossile attualmente utilizzato per la produzione di cemento (coke di petrolio e/o carbone fossile)- sottolinea la nota – .
di Mario Mariano
La Regione ha disatteso il parere di Comune, Provincia e USL Umbria 1 che chiedevano la valutazione di impatto ambientale (VIA) delle modifiche richieste dai cementifici a fronte dei problemi di una popolazione che da anni convive con impianti inquinanti come le cementerie, per di più annunciando che “ l’utilizzo di CSS-Combustibile nei cementifici di Gubbio avverrà al di fuori della gestione del ciclo dei rifiuti regionale”.
“ Pochi giorni dopo -sostengono Anna Rita Cosso e Marco Capoccia coordinatori della rete Ambiente di Cittadinanzattiva Umbria – lo stesso assessore ha presentato un Piano regionale gestione rifiuti che amplia le discariche di Borgogiglione (TSA), Belladanza (SOGEPU) e Le Crete (ACEA) e addirittura proclama la necessità di un inceneritore per chiudere il ciclo dei rifiuti, in controtendenza a Green Deal della UE, Economia Circolare, nuove norme OMS sulla qualità dell’aria”.
Quanto al progetto perseguito da Morroni di realizzare un’inceneritore, la nota assicura che a Copenaghen l’inceneritore si è rivelato un vero fallimento tecnico-economico e di questo occorrerà informare subito l’assessore perché ne prenda atto. L’Umbria – prosegue il comunicato – dovrebbe guardare invece a tutto ciò che insegna l’Europa : prevenzione-riduzione dei rifiuti e recupero di sostanza organica e materiali riciclabili dai rifiuti, bandendo interramento e incenerimento che contribuiscono con le loro emissioni ad aggravare il cambiamento climatico. Cittadinanzattiva pone anche l’attenzione sul fatto che la raccolta differenziata nel 2020 non ha centrato gli obbiettivi prefissati : 66,2% contro il 72,3% prefissato.
Vengono infine indicate le soluzioni più idonee: non serve un generico parlare di incentivi ‘circolari’, ma occorre una seria strategia di raccolta differenziata ‘porta a porta’, con ricorso alla tariffa puntuale che premia i cittadini virtuosi. Il no verso l’inceneritore è netto e viene aggiunta una domanda: la Regione è a conoscenza che la Commissione Europea a proposito del principio “non arrecare danno significativo all’ambiente” (DNHS) sostiene che l’incenerimento dei rifiuti non pericolosi debba considerarsi un’attività che arreca danno significativo all’ambiente e che quindi non può essere finanziata dal PNRR?
Dobbiamo constatare, conclude il comunicato, che la Regione Umbria inaugura il 2022 con due scelte contrastanti con le linee guida della Commissione Europea, perché nella nostra Regione si brucerebbe sia nell’inceneritore che nei cementifici di Gubbio.
Noi Cittadini Attivi non vogliamo un’Umbria ‘maglia nera’ dei rifiuti, ma una regione competitiva, salubre, in sintonia con l’Europa!
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